Mecobat Ingegneria sbarca in Italia e sceglie EdilCross per proporre PIQ, il suo metodo di qualità

Mecobat è un’azienda francese fondata da un italiano, l’ing. Rocco Ferrreri che, laureato in ingegneria civile al Politecnico di Torino nel 2002, si trasferisce in Francia per iscriversi alla prestigiosa Ecole des Ponts et Chaussées di Parigi. Nel 2008 avvia ufficialmente la sua carriera ingegneristica e fonda Mecobat – Ingegneria delle costruzioni. Ad oggi, lo studio vanta più di 200 progetti realizzati, tra nuove costruzioni e ristrutturazioni, per un totale di 300.000 m² di superficie utile.

L’ing. Ferreri ci ha contatto con il desiderio di mettere a disposizione dell’edilizia italiana tutto il know-how, le competenze e le esperienze accumulate in oltre 15 anni di attività nel mercato francese. È nato così, insieme ad EdilCross, il metodo PIQ (Progettazione Integrata di Qualità), il “format” proposto in Italia da Mecobat aperto a creare un rete di professionisti e professionalità a servizio dell’edilizia con particolare riguarda al social housing e al BIM.

Il primo step di lavoro è stato, come sempre, un’analisi di marketing volta a dare un nome al metodo di lavoro di Mecobat. Ed è così che è nata l’idea di PIQ per il quale abbiamo sviluppato un visual concept e un brand, declinato attualmente in una brochure, una landing page e due pagine social: Facebook e LinkedIn.

Un brand smart: chiaro, veloce e dinamico

Il naming pratico e veloce, si sposa con i colori aziendali di Mecobat, l’azienda madre, che, grazie a grandi campiture e forme geometriche composite, creano un mood giovane e fresco. Le forme geometriche del logo di Mecobat vengono riprese e ricomposte per creare una nuova sezione diversa ma coerente con il brand.

È stato realizzato poi anche un corredo commerciale del quale riportiamo, a titolo esemplificativo, modello di bigliettino da visita e di carta intestata:

I social: un racconto dei progetti e dei valori

Su Facebook e LinkedIn si è deciso di puntare su contenuti tecnici come il racconto organico di una serie di casi studio realizzati e anche delle grafiche dal forte impatto visivo, atte a comunicare l’impianto valoriale del progetto.

Esempi di grafiche per post di Facebook e LinkedIn:

La landing page per spiegare il metodo

All’indirizzo piq.mecobat.it è attiva la landing page di presentazione del metodo PIQ.

Working on a web template on the laptop

Una brochure per approfondire la proposta per i diversi target

Realizzata sia in formato web e sia per la stampa, la brochure PIQ mira ad approfondire la proposta dell’azienda declinata per le diverse tipologie di target.

Visual e strategia social: l’esempio di reAct studio

Aprire e gestire una pagina aziendale sulle piattaforme social rappresenta una tattica importante per far percepire il proprio brand ad un pubblico vasto, ma allo stesso tempo mirato. Per riuscire in ciò è necessario possedere una strategia social ben strutturata che tenga in considerazione i valori che si vogliono comunicare ma al contempo la natura della piattaforma.

La creazione di una strategia di comunicazione social è stata la sfida che ci è stata lanciata da reAct studio, studio di progettazione integrata con sede a Roma che si caratterizza nel panorama nazionale per avere un approccio olistico e uno spirito agile.

Dopo il restyling del logo e del sito aziendale, la società ha avuto l’esigenza di creare una strategia social volta a far percepire i valori del brand e ad aumentarne la forza in un ambiente, quello dei social network, nel quale non aveva mai avuto occasione di comunicare.

Il team di EdilCross, a valle di un attento lavoro di analisi, ha presentato al cliente tre strategie differenziate in base alle diverse piattaforme social scelte: Facebook, LinkedIn e Instagram. Ogni social network infatti si contraddistingue per target, strumenti e stili comunicativi differenziati.

Al termine della progettazione delle diverse strategie si è passati alla creazione del visual con il quale presentarsi nel mondo dei social network. Si è optato per un visual che rispecchiasse l’identità visiva attraverso un concept fresco e d’impatto. La proposta grafica si caratterizza per l’utilizzo dei colori aziendali, elementi grafici e icone che valorizzano il messaggio del brand con i suoi interlocutori sui social. Nonostante l’utilizzo di colori accesi, la professionalità e l’eleganza predominano: al font del brand viene affiancato un font che ben si presta a giochi tipografici.  I progetti di reAct diventano illustrazioni che richiamano lo stile architettonico e che si integrano con la tipografia e gli elementi geometrici.

Strategia social reAct

Nel comunicare le varie realtà di reAct si optato per l’utilizzo dei colori che già vengono utilizzati nel sito internet. Grazie all’utilizzo di icone, immagini e motion graphic sono stati creati dei contenuti visivi di diversa forma che hanno permesso di comunicare i servizi offerti da reAct.

Strategia social reAct

In linea con i diversi contenuti previsti dalla strategia, sono stati creati dei visual che favorissero la comunicazione delle diverse collaborazioni e progetti che vedono reAct come protagonista.

Strategia social reAct

Il segreto dietro al successo dei loghi più prestigiosi: la sezione aurea

Cos’è la sezione Aurea? La sezione aurea dimostra come la matematica è intrinseca nel mondo reale più di quanto si possa credere. Conosciuta anche come rapporto aureo, numero aureo, costante di Fidia o proporzione divina, indica nel campo della matematica il numero irrazionale 1,6180339887. Tale numero prende il nome di Phi, prima lettera del nome greco dello scultore Fidia, il quale l’aveva usato per la progettazione del Partenone. Il numero è ottenuto da una proporzione matematica particolare tra due numeri diseguali, a e b.

Questa proporzione è molto frequente in natura, e viene riconosciuta come ideale di bellezza e armonia. Nei secoli la sezione aurea si è infiltrata nei campi più svariati: architettura, musica, poesia e pittura in quanto viene percepita dall’occhio umano come simbolo di equilibrio. Oggi si sfrutta il concetto della sezione aurea nel campo della grafica, nello specifico nella progettazione dei loghi, al fine di attrarre ed impressionare maggiormente l’occhio di un potenziale cliente.

La sezione aurea e l’architettura

Nelle opere d’arte e nell’architettura viene spesso usato il rettangolo aureo, al cui interno si crea una successione infinita di quadrati che formano una spirale dove Phi è il fattore di accrescimento. La base del rettangolo è la sezione aurea dell’altezza. In pratica, se l’altezza è pari a 1, la base è 0,618.

In architettura l’esempio più famoso di sezione Aurea è il Partenone di Atene. Si tratta di un edificio costruito intorno al V secolo a.c., progettato dall’artista Fidia. La facciata del Partenone si può inscrivere perfettamente in un rettangolo aureo. Altri esempi di strutture architettoniche caratterizzate dal rapporto aureo sono: Palazzo dell’Onu a New York,  il Taj Mahal, Notre Dame de Paris, il Tempio Malatestiano di Leon Battista Alberti.

La sezione aurea e la grafica dei loghi

Nell’era digitale il rettangolo aureo e la golden ratio vengono utilizzati nel campo della comunicazione per realizzare loghi, siti web e materiale pubblicitario di ogni tipo. La proporzione di forme e spazi, viete utilizzata per qualsiasi tipo di disegno: circolare, rettangolare, in orizzontale o verticale. La proporzione applicata risulta essere sempre quella aurea.

Questa tecnica attira molto l’occhio umano trasmettendo un senso di equilibrio e armonia. I grandi brand hanno subito colto l’occasione per ridisegnare i propri loghi rispettando tali proporzioni. Nella seguente immagine ci sono una serie di esempi esplicativi.

Il primo logo, quello dell’uccellino di Twitter, è costruito su circonferenze sovrapposte, anche queste aventi raggi pari a numeri della sequenza di Fibonacci.

Un buon grafico, in fase di progettazione, dovrà fare un ottimo uso della sezione Aurea e sfruttare il gioco di proporzioni a suo vantaggio per rendere più accattivare il logo agli occhi dell’osservatore. La sezione Aurea però non deve essere considerata come un ingrediente segreto che rende valido qualsiasi tipo di disegno piuttosto bisogna considerarlo come un ottimo strumento per trovare le giuste proporzioni negli spazi, nelle linee, nelle forme. La sezione aurea non rende il logo più bello ma aggiunge quel tocco in più al progetto.

Sfruttare al meglio i canali di comunicazione offerti dal web: il sito

“Piacere di averla conosciuta ingegnere, la ringrazio del biglietto da visita, ma posso visitare il suo sito web in modo da farmi un’idea più precisa del suo lavoro?”

Quante volte sono capitati clienti che hanno fatto questa domanda? Anche se i clienti avranno sentito parlare di voi, tramite passaparola o incontrandovi di persona, potrebbero voler ricercare sul web maggiori informazioni prima di decidere di scegliere i vostri servizi. Sempre più spesso ci avvicineremo a questa tipologia di interazione, dimostrata anche da un nuovo report fatto da McKinsey nel quale è riportato che la maggior parte dei clienti, soprattutto dopo la fase di lockdown, ha un surplus di tempo libero che spende per lo più in attività online. Il report mostra inoltre che quasi tutte le organizzazioni, dalle aziende tradizionali alle startup, stanno riformulando i propri modelli di business per diventare più digitali, come conseguenza diretta dell’impatto del COVID-19 sul cambiamento del comportamento dei consumatori. Inoltre l’anno scorso, Google ha segnalato che l’adozione delle migliori pratiche di marketing digitale può portare ai brand fino a un 20% di entrate e una riduzione dei costi del 30%. Di conseguenza quello che è certo è che ogni libero professionista o studio professionale deve sicuramente avere un sito web che deve essere indicizzato e posizionato sui motori di ricerca. Dopo aver stabilito le basi ovvero aver definito il proprio brand positioning statement e aver capito quale è la propria nicchia di mercato è indispensabile costruire la propria presenza sul web, ed il primo step per farlo è attraverso un sito web.

Il sito web per l’ingegnere o lo studio professionale: da dove iniziare?

Come in tutti i campi, anche nella comunicazione e nel marketing è importante rivolgersi a chi di competenza, ossia a dei professionisti. Ci sono molte agenzie di comunicazione e marketing che offrono servizi professionali, alcune anche verticalizzate proprio sull’edilizia. Ma prima ancora di iniziare a progettare un sito, è importante avere una brand identity. Perno di quest’ultima è il logo, che ha un’importanza vitale dato che sarà il volto della società o del libero professionista; è fondamentale quindi che sia definito con cura e che tenga conto di quanto studiato nella fase di definizione del brand positioning. Il logo dovrà essere realizzato in modo da interpretare valori del brand ovunque, dalla firma nella mail al sito web .

I principali errori che si dovranno evitare nella creazione di un logo sono:

  • esagerare con i dettagli: evitare troppi dettagli grafici e il troppo testo. Il logo dovrà essere iconico e leggibile in tutti i formati, dal sito web ai social media, alle stampe cartacee.
  • andare fuori contesto: cercate di inserire nel logo elementi che il vostro target è abituato a vedere.
  • sbagliare carattere: la scelta del font dovrà essere fatta seguendo la linea del proprio business, del proprio settore e dovrà essere leggibile ed accattivante.
  • copiare: l’unicità è il fattore chiave della riconoscibilità che renderà possibile l’associazione del vostro logo alla vostra azienda.

Sito vetrina o blog?

Il sito potrà essere pensato o come un sito vetrina o come un sito che comprenda una sezione “blog”. Il sito vetrina sicuramente potrà andar bene per descrivere la società, i principali lavori, i contatti ma presenta delle incapacità di fondo nel rispondere alle domande degli utenti. Può essere invece un’ottima soluzione se viene “integrato “ con altre presenze on line ad esempio con un canale YouTube interattivo, o una pagina Facebook, Instagram o LinkedIn. La realtà dei fatti è che questa modalità sta diventando sempre di più obsoleta perché oggi emergono domande di partecipazione e relazione da parte degli utenti. L’utente oggi vuole conoscere l’azienda e allo stesso tempo instaurare un rapporto. Di conseguenza avere un semplice sito vetrina non sarà la scelta giusta, perché escluderà il fatto di poter attrarre nuovi visitatori ( a meno che non si raggiungano tramite i social media). Al contrario il vantaggio di avere un sito aggiornato e con una sezione “blog” permette di avere traffico, ovvero utenti che visitano il tuo sito, di creare contenuti che possano attirare nuovi utenti e siano posizionati sui motori di ricerca. Il posizionamento sui motori di ricerca è realizzabile grazie alla SEO (Search Engine Optimization) ovvero la disciplina che grazie a determinate tecniche permette di indicizzare il proprio sito e di scalare le posizioni dei più conosciuti motori di ricerca come Google o Bing.

Inbound marketing è possibile grazie a un sito web dinamico

L’ulteriore vantaggio di realizzare un sito con una sezione “blog” è anche quella di sfruttare i principi di Inbound Marketing. Grazie a questa tecnica è possibile attrarre il tuo interlocutore attraverso contenuti rilevanti ed interessanti per lui. Esattamente l’opposto di quello che capita quando veniamo interrotti dalla pubblicità mentre guardiamo un bel film. Nell’ottica dell’Inbound Marketing il contenuto, quindi un articolo del blog in questo caso, ha una centralità essenziale, perché solo grazie a contenuti pertinenti è possibile attrarre la propria audience di riferimento.

Nel dettaglio la metodologia dell’Inbound è composta da 4 step:

  • Attrazione: il processo di attrazione è determinato dalla creazione di contenuti pensati in maniera specifica per gli interessi del mercato di riferimento.
  • Conversione: in questa fase l’obiettivo è trasformare il visitatore che ha letto il nostro contenuto sul blog in un “lead”. Ma chi è il lead? Non è ancora un cliente ma è un contatto che si è interessato a noi e ha deciso di lasciarci ad esempio i suoi dati compilando un form di contatto che era presente nella pagina del blog.
  • Chiusura: in questa fase l’obiettivo è trasformare il lead in cliente. Ricevuto il contatto è necessario attivare un processo volto alla creazione di una relazione solida basata sulla fiducia e autorevolezza. Un ottimo modo per finalizzare questa fase è una soluzione di marketing automation, come ad esempio una serie di mail automatizzate attivate dopo il primo contatto che portano a precisi obiettivi.
  • Deliziare: in questa fase il cliente acquisito è così favorevolmente colpito dai nostri servizi che si trasforma in un entusiasta promotore e testimonial dei nostri servizi. Questa è la fase più importante perché permette di stabilire un processo stabile di acquisizione del cliente.

In conclusione è chiaro che investire in Inbound Marketing porti ad un successo duraturo e stabile nel tempo. La motivazione più banale ricade nel fatto che fornire al consumatore quello che realmente cerca, nel momento in cui ne ha bisogno, fa nascere un legame invisibile e duraturo con l’azienda, il professionista o lo studio professionale.

Articolo a cura dell’ing. Alessandra Penna, tratto dal nr. 4 della rivista Lo Strutturista.

Come definire il Brand positioning statement

Andrà tutto bene” questo lo slogan che abbiamo sentito dall’inizio del lockdown. Se devo essere proprio sincera, non mi convince molto. Il motivo? È molto semplice, rimanere passivi e aspettare che le cose vadano bene da sole, o aspettare che qualcuno faccia qualcosa per noi non può più bastare (purtroppo). Quindi cambierei lo slogan in “Facciamo in modo che le cose vadano bene”. Più lungo come slogan ma a mio avviso molto più efficace. Innanzitutto, bisogna operare in due modi:

1. Pensare di far leva solo sulle proprie forze: in questo modo ci mettiamo “a vantaggio di sicurezza”.

2. Essere solidali: aiutiamo chi è in difficoltà, condividiamo per permettere a chi non ha i mezzi di poter essere in grado di ripartire. Sicuramente in questo momento in cui il coronavirus ci ha stravolto la vita, in molti avranno diminuito il lavoro e altrettanti avranno subito lo stop delle proprie attività.

Quindi cosa fare per non perdere tutto? Come reagire?

La prima cosa da fare in questo periodo è definire il “brand positioning statement” ovvero in parole povere la frase che identifica il posizionamento del vostro “brand” ovvero “chi siete” e “cosa fate” nella mente del potenziale interlocutore, posizionandola nel vero senso della parola nella loro testa. La definizione non è banale perché richiede uno studio approfondito dei vostri competitor, degli elementi che vi contraddistinguono, dei bisogni primari dei vostri clienti, tutti elementi già analizzati nell’articolo del numero precedente della rivista. Però una domanda potrebbe sorgere spontanea: perché devo fare tutto questo? Perché perdere tempo nello stare a definire il “brand positioning statement” quando già so chi sono e cosa faccio?

Lo spiego con un esempio. Se possedete un sito web, sicuramente esisterà una sezione nella quale definite chi siete e i vostri servizi. È chiaro che un ingegnere civile, o edile ad esempio può fornire un vastissimo numero di servizi ad esempio:

  • Progettazione che include il progetto preliminare, il progetto esecutivo, il progetto costruttivo, la progettazione BIM, la direzione lavori, i collaudi, i piani di manutenzione etc…
  • Pratiche autorizzative tra cui il permesso a costruire, la prevenzione incendi etc..
  • Management: project management, facility management, design management etc…

Quasi sicuramente tutti questi servizi sono forniti anche da altri professionisti, quindi cosa farebbe scegliere i vostri piuttosto che i loro?

Le prime risposte potrebbero essere il prezzo più basso, gli anni di esperienza sul campo, la storia di un’azienda etc… Sono tutte risposte valide ma che devono essere racchiuse nel concetto del “brand positioning statement”, che mette in luce il concetto di trovare un’idea differenziata, qualcosa che vi permette di mettervi in evidenza rispetto a tutti gli altri. Essere i primi di una determinata categoria.

Ad esempio Salini si è posizionata come leader nella costruzione di grandi opere. Ma il concetto è riproducibile per ogni sottocategoria, dalla modellazione, alla direzione lavori, a elementi che contraddistinguono la vostra storia come ad esempio gli anni di esperienza etc…

Definire il proprio “brand positioning statement” è ciò che vi renderà competitivi nel mercato, vi semplificherà tutti i vostri sforzi di comunicazione, vi renderà “visibili” agli occhi dei vostri clienti. È vincere la battaglia delle percezioni. Posso anche essere il più bravo in un determinato settore ma se ho un competitor che lo comunica meglio di me, lui risulterà il migliore per quella determinata categoria. Provate a ragionare su queste due domande: quali sono le prime tre aziende di costruzioni di grandi opere in Italia? Secondo voi sono anche le migliori?

Ma cosa è in definitiva il Brand Positioning Statement?

In sostanza è una breve descrizione che traccia in maniera distintiva il “chi sei e cosa fai”, analizzando tutte le possibili caratteristiche anche in relazione alla concorrenza.

È un documento distintivo che non viene solitamente portato all’esterno ma che serve ad indirizzare tutte le strategie di comunicazione tracciando tutti gli elementi caratterizzanti che vi contraddistinguono. È la base prima di iniziare qualsiasi attività di comunicazione. Se non ho fatto questo passaggio non posso aprire un sito, non posso aprire una pagina Facebook, perché non è stata delineata una strategia di comunicazione a monte, e soprattutto non si è tenuto conto della concorrenza, del mercato, del target di riferimento ovvero chi saranno i miei utenti, i miei clienti, e dove questi cercano informazioni.

Il Brand Positioning Statement, è quindi uno schema preciso, un template che permette di fare ordine sull’immagine del vostro Brand. Esso infatti è riassumibile nel seguente schema:

<Nome brand> è <cosa è?> che

<idea differentziante – cosa fa?>.

 A differenza dei concorrenti che <cosa fanno> noi <cosa facciamo di diverso>

 e questo per il cliente significa <aspetto migliorativo apportato grazie alla nostra offerta>.

Quindi passare questo periodo di post lockdown a costruire il proprio “Brand Positioning Statement” è fondamentale per tutti i passaggi che verranno dopo. Soprattutto non è scontato, e richiede del tempo per essere costruito. Ho ritenuto necessario dedicare due articoli della rivista a questo concetto proprio perché troppo spesso viene trascurato e la prima cosa che viene fatta è aprire un sito, una pagina Facebook o altro con motivazioni del tipo: “lo apro perché tutti hanno un sito, apro una pagina Facebook perché sono tutti su Facebook etc..” Le tre domande alle quali si deve saper rispondere sono:

  • Come fare per farti percepire come diverso in un settore dove tutti appaiono diversi?
  • Come si può risultare memorabili quando l’offerta è estremamente ricca?
  • Come si può risultare competitivi nel mercato se esistono altri servizi altrettanto di qualità e con un rapporto qualità prezzo vantaggioso?

Tutte queste risposte possono essere configurate nell’analisi che conduce alla definizione finale del Brand Positioning Statement.

Articolo tratto dal nr. 3 della rivista Lo Strutturista.

calcolostrutturale.com: il portale italiano degli strutturisti si rifà il look!

calcolostrutturale.com è ormai il portale di riferimento per gli strutturisti in Italia. Un sito dove la cultura delle strutture la fa da padrone con articoli tecnici, news, casi studio, progetti e molti altri contenuti prestigiosi. A cavallo con la fine del 2020 e con l’inizio del 2021 calcolostrutturale.com si presenta al suo numerosissimo pubblico di fedeli lettori, tra ingegneri, architetti e geometri, in una veste totalmente rinnovata.

La qualità dei contenuti al primo posto

Come sempre calcolostrutturale.com continuerà ad essere punto di riferimento per l’aggiornamento e l’approfondimento tecnico di chi si occupa di strutture. Un nuovo layout, moderno e minimalista, riprende il tradizionale colore blu declinandolo in tonalità più chiare facendo un massiccio uso del bianco. La facilità con cui sono impaginati i contenuti consente una navigazione molto user friendly, sopratutto da mobile.

Il team creativo di EdilCross ha curato il restyling insieme alla redazione di calcolostrutturale.com formata da ingegneri edili ed esperti di marketing e comunicazione d’impresa specializzati nel settore dell’edilizia.

Articoli tecnici
Form e landing page a tema

Il portale ideale per promuovere la tua azienda

calcolostrutturale.com si conferma il portale ideale per le aziende che vogliono comunicare con un target ben preciso: ingegneri, architetti e geometri. Sul MediaKit 2021 di EdilCross sono presentate tutte le proposte di pubblicità: banner ben visibili e nelle posizioni strategiche, pagine aziendali totalmente brandizzabili, e poi ancora articoli tecnici, comunicati stampa e una vetrina prodotti. Ideale per le aziende che si occupano di software per l’edilizia, materiali edili o soluzioni e servizi per le strutture e la progettazione.

Media Kit 2021: le nostre proposte pubblicitarie per l’editoria tecnica

La pubblicità si sa, è l’anima del commercio. Tuttavia non è qualcosa che si improvvisa ma che, al contrario, come ogni altra professione, ha regole e canoni ben precise che se seguiti possono portare ad un reale risultato per l’azienda.

Come EdilCross, siamo editori di ben due portali tecnici e di una rivista cartacea distribuita in abbonamento. Per il 2021 abbiamo rinnovato il nostro Media Kit, il documento che presenta agli inserzionisti pubblicitari i dati relativi al nostro target e le soluzioni pubblicitarie più disparate. Dai banner alle newsletter, dalle pagine aziendali agli articoli tecnici, fino alle classiche pagine ADV sul cartaceo.

Le proposte di calcolostrutturale.com confermano la strategia de “pochi ma buoni” con un occhio particolare ai contenuti.

Il portale con cui siamo nati, che da gennaio 2021 si presenta in una veste grafica rinnovata nella forma e nei contenuti, conferma la strategia dei contenuti con pochi banner ben visibili nelle posizioni strategiche

Lo Strutturista: la pubblicità pregiata su una rivista verticalizzata

Il cartaceo ha sempre un suo fascino, sopratutto se riesce a mantenere, numero dopo numero, la qualità della proposta.

SED: nasce una nuova fiera per l’edilizia in Italia.

Ci siamo buttati a capofitto in un nuovo, entusiasmante ed ambizioso progetto: SED, il Salone dell’Edilizia Digitale. Si tratta di una fiera di tre giorni organizzata da noi di EdilCross a Caserta dal 5 al 7 Maggio 2022 dove protagonista sarà l’edilizia digitale.

Ha ancora senso una fiera oggi ?

Ce lo siamo domandati e la risposta che ci siamo dati è sì, certo, ha senso al 100 %. Soprattutto dopo un periodo di pandemia, il desiderio di relazioni e di incontrarsi non può che essere aumentato.

L’interazione umana, il faccia a faccia, costituisce un plus a cui la tecnologia non può sopperire. La fiera costituisce un’occasione di incontro apprezzata dal cliente, il quale ha la possibilità di dialogare con i rappresentanti dell’azienda per discutere questioni, conoscere chi c’è dietro un servizio o un prodotto. Siamo convinti che le fiere di settore rappresentano dunque, ancora oggi, una grande opportunità per le imprese che vi partecipano.

In cosa SED si differenzia rispetto alle altre fiere di settore ?

Quando abbiamo pensato a SED abbiamo pensato ad un salone dove il digitale e la digitalizzazione fossero davvero al primo posto in un ottica di diffusione del modello digitale, ancora troppo sconosciuto da molte imprese italiane. Ma la nostra idea di fiera è anche quella di un evento costruito intorno alle aziende espositrici che decideranno di parteciparvi.

Quali saranno i settori rappresentati al SED ?

Il format SED 2021 si articolerà su tre grandi macro settori: “Digitalizzazione e BIM” dove troveranno spazio le ultime novità software per l’ingegneria e l’architettura, le nuove tecnologie e alla digitalizzazione in tutte le sue dimensioni, “Materiali e soluzioni innovative” sarà lo spazio dedicato ai materiali, presentati in maniera innovativa e alle nuove soluzioni, con uno sguardo particolare all’ambiente, all’edilizia etica e green e al risparmio energetico mentre “Attrezzature e macchinari” è pensato per far fare ai visitatori un’esperienza completa a 360 gradi, attraverso un’esposizione innovativa e coinvolgente.

Clicca qui per scoprire il sito di SED, Salone dell’Edilizia Digitale.

Pubblicità su riviste e periodici cartacei: bonus del 50 %

Ha ancora senso la pubblicità sul cartaceo ? Sì, se realizzata nell’ambito di una strategia di comunicazione complessiva. Certamente gli investimenti in pubblicità sul cartaceo non sono misurabili, a differenza di quanto avviene sul web. Tuttavia se effettuati con obiettivi ben chiari possono sicuramente rappresentare un plus per l’azienda. Innanzitutto è importante ricordare che essere presenti sul cartaceo con una pubblicità aumenta la “reputation” aziendale, soprattutto se si tratta di testate prestigiose. È importante scegliere anche riviste in linea con il proprio target di riferimento. In questo senso il periodico Lo Strutturista, da noi edito, può essere un’ottima occasione per aziende come software house e  aziende che producono materiali o offrono servizi per l’edilizia.

A seguito dell’emergenza COVID-19 il Governo Italiano, nell’ambito delle iniziative a sostegno dell’editoria, ha apportato alcune modifiche alla fruizione del bonus pubblicità per il solo anno 2020, prima con decreto legge 16 marzo 2020 “Cura Italia” e poi con il decreto legge 13 maggio 2020 “Decreto Rilancio“.

Il bonus pubblicità, l’agevolazione Statale erogata sotto forma di credito d’imposta da utilizzarsi in compensazione F24, mira a incentivare gli investimenti pubblicitari su giornali (digitali e cartacei), televisione e radio con lo scopo di accrescerne le entrate.

Chi può usufruire del bonus pubblicità ?

Possono usufruire del bonus pubblicità:

  • le imprese;
  • i lavoratori autonomi;
  • gli enti non commerciali.

Con il DL “Decreto Rilancio” del 13 maggio 2020 aumenta il valore del bonus pubblicità che verrà concesso nella misura unica del 50% (rispetto al 30% previsto dal “Cura Italia”) del valore di tutti gli investimenti effettuati (e non più entro il 75% dei soli investimenti incrementali), nel limite massimo di spesa di 60 milioni di euro stabilito ai sensi del comma 3 dell’articolo 57-bis e le nuove domande potranno essere presentate tra il 1° ed il 30 settembre 2020.

Come funziona il credito d’imposta ?

Inoltro della dichiarazione finale con il totale delle spese pubblicitarie effettuate e/o da effettuare con dichiarazione telematica dal 1° al 30 settembre 2020.

Durante questo periodo di tempo, deve essere inoltrata, tramite una comunicazione ufficiale telematica, l’importo previsionale massimo delle spese 2020, compilando il Modello predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento per l’informazione e l’editoria.

Gli importi indicati saranno quelli massimi ammissibili, ai fini della richiesta l’importo speso potrà essere inferiore ma non superiore.
(Restano valide, le domande già presentate nella prima scadenza fissata dal 1° a il 31 marzo 2020 e poi spostata dal 1° al 30 settembre).

Dal 1° gennaio al 31 gennaio 2021 deve essere indicato con dichiarazione telematica il totale delle fatture effettivamente contabilizzate relative alle spese pubblicitarie effettuate dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020.

Entro marzo 2021 arriverà la comunicazione ufficiale dal Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’elenco di tutte le società ammesse al credito.

Comunicazione nel cambiamento: tutto quello che le aziende devono sapere

La comunicazione nel cambiamento è stato il tema della tredicesima edizione del Forum della Comunicazione 2020 organizzato da Comunicazione Italiana con focus specifico sui temi dell’innovazione e del digital engagement. Un’edizione particolare tenutasi lo scorso 11 giugno, interamente online seguita da più di 4000 visitatori. Una vera e propria maratona digitale che ha visto alternarsi ben 100 relatori per oltre otto ore.

Ne è scaturito un decalogo, della comunicazione nel cambiamento, che può essere considerato come una rotta da seguire per ogni azienda che voglia lavorare seriamente sulla comunicazione.

Il decalogo della comunicazione del cambiamento:

1. Comunicare. Sempre. La comunicazione va portata avanti sempre ed è una voce di budget da non tagliare, soprattutto quando ci sono criticità come una pandemia.

2. Narrare per creare un nuovo senso di appartenenza. Oggi più che mai, la comunicazione deve creare un ecosistema di contenuti per creare una connessione con i consumatori, in cui possano realmente identificarsi. 

3. Online? Offline? Non esistono più i confini. Non ha più senso parlare di comunicazione on e offline, di analogico e di digitale. Le barriere tra questi due mondi non esistono più e la nostra audience richiede un nuovo modo di comunicare.

4. Non ‘intellettualizzare’ la comunicazione: pulizia, chiarezza, completezza, trasparenza, responsabilità e correttezza.

5. Dobbiamo imparare ad esercitare di più l’ascolto attivo.

6. Fiducia e reputazione sono conquiste che proteggono in caso di crisi.

7. Non basta ‘saper fare bene’, bisogna anche ‘far sapere bene’: è necessario comunicare le competenze e le professionalità con competenza e professionalità.

8. È tempo di pretendere più verità e autenticità della comunicazione.

9. La comunicazione non sostituisce il contenuto ma lo valorizza.

10. Autenticità e visione: puntare a una comunicazione di tipo ‘carismatico’, che abbia – cioè – un orizzonte, anche lontano, ma nitido.

Scarica qui il “Decalogo della comunicazione nel cambiamento”.

I fondamentali per le aziende in questo periodo di incertezza.

Pur essendo tutti e dieci punti di grande importanza, vogliamo in questo articolo soffermarci e approfondirne quattro, che riteniamo fondamentali e imprescindibili per un’azienda.

I fondamentali: 1 | Comunicare. Sempre.

Anche se non si comunica, si sta comunque comunicando. Probabilmente si sta comunicando incuria, incertezza, paralisi. Qualsiasi cosa che sarà rimessa alla percezione del pubblico che vi percepirà come “dormienti”. Uno degli aspetti di una comunicazione vincente per un’azienda è senza dubbio la costanza nel tempo. Sappiamo bene che gli sforzi di comunicazione e marketing danno i propri risultati nel tempo e che sono la sommatoria di una serie di attività e sforzi trasversali. La comunicazione per questo è una delle ultime voci da tagliare in un budget, soprattutto quando regna un’incertezza dovuta ad un post lockdown. Tradotto: volete investire in comunicazione ? Non c’è tempo migliore di questo per farlo!

I fondamentali: 2 | Non basta ‘saper fare bene’, bisogna anche ‘far sapere bene’.

Fareste mai redigere il bilancio della vostra azienda … ad un medico o ad un musicista ? Oppure ad un vostro conoscente che però se la cava bene con i numeri ? Affidereste mai le pulizie della vostra sede ad una azienda che si occupa di food ? Se per settori strategici come l’amministrazione o la sicurezza aziendale cerchiamo dei professionisti, non si capisce come mai per quanto riguarda la comunicazione a volte ci si accontenta dei compromessi al ribasso: “professionisti” amatoriali della comunicazione o improvvisati “marketing specialist”. Non tutti possono permettersi un ufficio comunicazione interno è vero, ma proprio per questo esistono le agenzie di comunicazione, in grado di offrire dei servizi integrati e magari anche verticalizzati rispetto a quello che è il vostro core business. Occhio quindi nelle mani di chi vi mettete, perché quando vi affidate a qualcuno per la comunicazione, gli state dando quello che avete di più prezioso: voi stessi! O meglio, quello che la gente penserà di voi! Il poter di gestire come venite percepiti. Pensate che grande responsabilità!

I fondamentali: 3 | Autenticità e visione

Ora è il tempo di osare ma di farlo nella verità. Ottimo puntare a una comunicazione di tipo ‘carismatico’, che abbia – cioè – un orizzonte, anche lontano, ma nitido. Essere autentici vuol dire adottare uno stile di comunicazione limpido, chiaro, senza fronzoli; avere una visione vuol dire avere una meta e sapere, più o meno, qual è la strada per raggiungerla, proponendo al vostro target di fare un pezzettino di strada con voi.

È difficile ? Forse. Porterà risultati ? Sicuramente. Come fare ? Contattaci e cercheremo insieme di capire di cosa ha bisogno la tua realtà. EdilCross è composta da un team giovane e dinamico di professionisti: alcuni esperti di marketing, altri ingegneri ed è il partner ideale per le aziende che operano nel comparto dell’edilizia.

“Il tuo cantiere sicuro”: l’ing. Pino testimonial di una nuova campagna

Cantiere sicuro ? Nell’ambito della serie a fumetti “L’Ingegner Pino” Abbiamo realizzato una nuova campagna per accompagnare la ripresa dei cantieri dando un segno di responsabilità ma anche di fiducia in vista di una ripresa dell’intero comparto dell’edilizia e delle costruzioni.

Questa l’idea della campagna “Il tuo cantiere sicuro”; dopo “La prevenzione parte da te” durante la settimane del lockdown a causa del nuovo Coronavirus, i personaggi della serie a fumetti de L’Ingegner Pino tornano ad essere protagonisti di una campagna di sensibilizzazione promossa da calcolostrutturale.com, Lo Strutturista, BIM strutturale, Ingegneria e dintorni e SAIE.

Dal controllo della temperatura corporea a tutto il personale che accede all’area di cantiere all’indicazione di limitare gli spostamenti tra l’interno e l’esterno dell’area di cantiere. Dal rimodulare gli spazi lavorativi garantendo la sicurezza ai lavoratori compatibilmente alle lavorazioni da effettuare al favorire orari differenziati al fine di garantire il distanziamento sociale prevenendo la formazione di eventuali assembramenti sulle aree di lavoro, gli accessi e le zone comuni.

Un poster con 8 illustrazioni e altrettanti “meme” per la pubblicazione sui social.

L’Ingegner Pino è una striscia a fumetti che prova a raccontare in maniera veloce e senza prendersi troppo sul serio un mondo fatto di piccole e grandi contraddizioni, luoghi comuni, inconvenienze e situazioni divertenti. Quante volte, nella vita di un ingegnere, accadono cose così “incredibili” che sembra quasi di essere dentro una candid camera? Quante volte vorremmo riuscire a trasmettere l’assurdità di certe situazioni senza riuscirci? L’Ingegner Pino racconta quell’incredibile avventura che è l’essere un ingegnere ai giorni d’oggi sfidando burocrazia, cantieri, “semplificazioni” ed altri mostri incredibili.

Attualmente le puntate inedite vengono pubblicate sul trimestrale cartaceo Lo Strutturista – La prima rivista dedicata agli strutturisti italiani e sulla pagina Facebook di calcolostrutturale.com

Capire la Customer Journey prima di proporre un preventivo

“Voi ingegneri aspettate sempre che il lavoro ve lo passi qualcun altro”. 

Questa la frase che l’architetto per il quale lavoravo tre anni fa mi diceva sempre. Mi faceva molto arrabbiare, perché a parer mio non era vero. Poi riflettendoci ho capito che non fosse un’affermazione tanto sbagliata. La qualità di un lavoro è dettata sia da come lo otteniamo che dalla tipologia di clientela. Per capire la tipologia di clientela occorre partire dalle basi: costruire un brand. 

Customer Journey, iniziamo il viaggio: la base è avere un forte Brand 

È fondamentale capire a chi ci rivolgiamo e a quale grado di conoscenza del nostro brand è arrivato il cliente. Ho parlato di brand perché è un aspetto fondamentale nel processo di acquisizione dei clienti. Brand o “marchio” è un qualcosa che viene comunemente associato alle imprese, società, aziende. In realtà è fondamentale anche per il libero professionista. Ad esempio gli allevatori utilizzano il “marchio” per distinguere due animali che altrimenti risulterebbero uguali. Quindi il brand è ciò che ti rende unico, che ti rende diverso dagli altri, diverso dai tuoi concorrenti, oppure migliore. Il brand è l’idea che i tuoi clienti hanno di te, è la risposta alla domanda “perché dovrei scegliere i tuoi servizi piuttosto che quelli di un altro?”. Questo concetto ha ancora più valore nel caso di un libero professionista, che deve continuamente far fronte ad una altissima concorrenza. Per riuscire a rimane- re sul mercato la strategia del prezzo più basso non potrà funzionare, abbassare il prezzo dei servizi offerti è un’azione controproducente non solo per la propria attività ma anche per quella degli altri. Lavorare con tariffe consone al lavoro proposto è possibile e per farlo bisogna innanzitutto costruirsi un brand. 

Occorre capire in quale livello della piramide del grado di conoscenza del brand ci troviamo. È fondamentale per applicare la conseguente strategia di Brand Awareness. Per l’appunto la Brand Awareness rappresenta il grado di conoscenza che un utente/cliente ha di un determinato brand. Lo studioso David Allen Aaker ideò la cosiddetta Piramide di Aaker che comprende 4 livelli di conoscenza del brand: 

  • Inconsapevolezza del Brand non si ha nessuna conoscenza della marca;
  • Brand recognition in questa fase iniziamo a riconoscere la marca, ma solo attraverso domande che la richiamano alla nostra memoria; 
  • Brand recall in questa fase associamo la marca ad una categoria di beni o servizi senza stimoli esterni;
  • Top of Mind siamo all’apice della piramide, in questo caso conoscenza e consapevolezza si fondono a tal punto da influenzare il comportamento d’acquisto del consumatore. 

Prima di partire con qualsiasi attività deve essere chiaro in quale livello di questa piramide ci troviamo, altrimenti qualsiasi azione per ottenere nuovi contatti, o nuova clientela risulterà vana. 

Ci troviamo in un’epoca in cui non basta più essere un bravo professionista. Non è più possibile aspettare che i clienti piovano dal cielo. Il passaparola non è più sufficiente, come non è più sufficiente la sola interazione digitale. È necessario combinare sia l’interazione on-line che off-line. Quello che i clienti ricercano è “la perfetta applicazione delle tecnologie che permetta loro di sviluppare appieno il proprio potenziale e al con- tempo di diventare empatici” come descritto nel libro Marketing 4.0 di Philip Kotler. Esatto proprio marketing, perché è una parola che non deve spaventare. 

Conoscere i touch point nella mappa del viaggio del cliente, la Customer Journey  

Se aspettiamo che il lavoro ci arrivi per caso oppure da un architetto o da un geometra o da altri tecnici rischiamo di non avere difronte un cliente che sia pronto ad accogliere il nostro lavoro nella maniera corretta. Inoltre se non capiamo affondo come il cliente è stato informato da un altro professionista rischiamo di imbatterci in un lavoro che dovremo svendere per ottenerlo e che porterà numerosi grattacapi. Ad esempio se il professionista che ci procura il lavoro non ha la professionalità o l’etica di spiegare al cliente il perché sono necessarie determinate lavorazioni, sicuramente il cliente sottovaluterà il nostro operato o non capirà il perché di determinate scelte. I clienti di oggi sempre più connessi e in viaggio e con meno tempo a disposizione, hanno anche meno tempo per conoscere e valutare un professionista. Ogni dettaglio e lavorazione che entrano in gioco dovranno avere un livello di descrizione tale da far apprezzare al cliente l’importanza della lavorazione proposta. Purtroppo invece molto spesso questo non accade e il professionista, si trova ad avere difronte un cliente che non comprende le lavorazioni, che le sottovaluta e che pensa che il professionista gli serva solo per il “calcoletto” o la “firmetta”.

Dobbiamo tenere a mente che il cliente che abbiamo difronte può essere di tre tipi:
• Un cliente informato, che ha avuto informazioni dettagliate date da un altro professionista che non riesce a fare il lavoro o che non è di sua competenza.
• Un cliente disinformato, che non è consapevole né del lavoro di cui ha bisogno né del professionista che dovrà scegliere.
• Un cliente informato da una pluralità di canali on line e off line. 

Nel primo caso e nel terzo non ci sono particolari problemi perché ci troviamo difronte ad un “utente caldo” ovvero un utente che ha ricevuto informazioni attraverso una fonte di cui si fidava o che gli ha trasmesso risposte ai suoi interrogativi. 

In tempi in cui il ritmo della vita accelera e la capacità di attenzione diminuisce, il cliente fatica a concentrarsi e spesso chiedono consiglio alle fonti di cui si fidano davvero. Di conseguenza è fondamentale per un professionista, come per un’azienda, instaurare relazioni significative con i clienti in corrispondenza di alcuni punti di contatto fondamentali detti “touchpoint”. A tal fine si dovrà tracciare una mappa del viaggio del cliente, la customer journey. Il modello AIDA è uno dei modelli teorici più utilizzati per descrivere il viaggio del cliente ed è composto da 4 fasi: attenzione, interesse, desiderio e azione. Oggi questo modello è stato rivisto perché dovrà tenere conto dei cambiamenti determinati dalla connettività. Quindi il viaggio del cliente sarà riscritto dalle 

Le 5 A: aware (scoperta), appeal (attrattività), ask (ricerca), act (azione) e advocate (passaparola). 

Generalmente le fasi delle 5 A potrebbero seguire un andamento non lineare, ad esempio nel caso di categorie di prodotto o servizi caratterizzate dalla poca numerosità e dall’alta popolarità non necessariamente i sostenitori sono anche gli acquirenti in prima persona. Ad esempio i progetti di Calatrava sono raccomandati da chi non ne usufruisce. Questo significa che i clienti saltano la fase act e passano direttamente ad advocate. 

Questo modello delle 5 A è applicabile a tutti i settori, ma è fondamentale scoprire quale sia il percorso più seguito dai vostri clienti perché potrebbe essere completamente diverso da settore a settore. 

La domanda che ci si dovrebbe porre è: come può il nostro brand identificare e sfruttare i principali punti di contatto lungo il viaggio del cliente? 

Ad esempio se il vostro brand è poco conosciuto e allo stesso tempo vi state chiedendo come fare per ottenere più clienti, per ottimizzare al meglio la fase di scoperta la cosa migliore da fare è quella di scrivere contenuti che rispondano a delle domande poste dal vostro potenziale cliente, oppure contenuti che offrano delle soluzioni a determinati problemi. 

Articolo tratto dal nr. 1 della rivista Lo Strutturista.