“Il tuo cantiere sicuro”: l’ing. Pino testimonial di una nuova campagna

Cantiere sicuro ? Nell’ambito della serie a fumetti “L’Ingegner Pino” Abbiamo realizzato una nuova campagna per accompagnare la ripresa dei cantieri dando un segno di responsabilità ma anche di fiducia in vista di una ripresa dell’intero comparto dell’edilizia e delle costruzioni.

Questa l’idea della campagna “Il tuo cantiere sicuro”; dopo “La prevenzione parte da te” durante la settimane del lockdown a causa del nuovo Coronavirus, i personaggi della serie a fumetti de L’Ingegner Pino tornano ad essere protagonisti di una campagna di sensibilizzazione promossa da calcolostrutturale.com, Lo Strutturista, BIM strutturale, Ingegneria e dintorni e SAIE.

Dal controllo della temperatura corporea a tutto il personale che accede all’area di cantiere all’indicazione di limitare gli spostamenti tra l’interno e l’esterno dell’area di cantiere. Dal rimodulare gli spazi lavorativi garantendo la sicurezza ai lavoratori compatibilmente alle lavorazioni da effettuare al favorire orari differenziati al fine di garantire il distanziamento sociale prevenendo la formazione di eventuali assembramenti sulle aree di lavoro, gli accessi e le zone comuni.

Un poster con 8 illustrazioni e altrettanti “meme” per la pubblicazione sui social.

L’Ingegner Pino è una striscia a fumetti che prova a raccontare in maniera veloce e senza prendersi troppo sul serio un mondo fatto di piccole e grandi contraddizioni, luoghi comuni, inconvenienze e situazioni divertenti. Quante volte, nella vita di un ingegnere, accadono cose così “incredibili” che sembra quasi di essere dentro una candid camera? Quante volte vorremmo riuscire a trasmettere l’assurdità di certe situazioni senza riuscirci? L’Ingegner Pino racconta quell’incredibile avventura che è l’essere un ingegnere ai giorni d’oggi sfidando burocrazia, cantieri, “semplificazioni” ed altri mostri incredibili.

Attualmente le puntate inedite vengono pubblicate sul trimestrale cartaceo Lo Strutturista – La prima rivista dedicata agli strutturisti italiani e sulla pagina Facebook di calcolostrutturale.com

Capire la Customer Journey prima di proporre un preventivo

“Voi ingegneri aspettate sempre che il lavoro ve lo passi qualcun altro”. 

Questa la frase che l’architetto per il quale lavoravo tre anni fa mi diceva sempre. Mi faceva molto arrabbiare, perché a parer mio non era vero. Poi riflettendoci ho capito che non fosse un’affermazione tanto sbagliata. La qualità di un lavoro è dettata sia da come lo otteniamo che dalla tipologia di clientela. Per capire la tipologia di clientela occorre partire dalle basi: costruire un brand. 

Customer Journey, iniziamo il viaggio: la base è avere un forte Brand 

È fondamentale capire a chi ci rivolgiamo e a quale grado di conoscenza del nostro brand è arrivato il cliente. Ho parlato di brand perché è un aspetto fondamentale nel processo di acquisizione dei clienti. Brand o “marchio” è un qualcosa che viene comunemente associato alle imprese, società, aziende. In realtà è fondamentale anche per il libero professionista. Ad esempio gli allevatori utilizzano il “marchio” per distinguere due animali che altrimenti risulterebbero uguali. Quindi il brand è ciò che ti rende unico, che ti rende diverso dagli altri, diverso dai tuoi concorrenti, oppure migliore. Il brand è l’idea che i tuoi clienti hanno di te, è la risposta alla domanda “perché dovrei scegliere i tuoi servizi piuttosto che quelli di un altro?”. Questo concetto ha ancora più valore nel caso di un libero professionista, che deve continuamente far fronte ad una altissima concorrenza. Per riuscire a rimane- re sul mercato la strategia del prezzo più basso non potrà funzionare, abbassare il prezzo dei servizi offerti è un’azione controproducente non solo per la propria attività ma anche per quella degli altri. Lavorare con tariffe consone al lavoro proposto è possibile e per farlo bisogna innanzitutto costruirsi un brand. 

Occorre capire in quale livello della piramide del grado di conoscenza del brand ci troviamo. È fondamentale per applicare la conseguente strategia di Brand Awareness. Per l’appunto la Brand Awareness rappresenta il grado di conoscenza che un utente/cliente ha di un determinato brand. Lo studioso David Allen Aaker ideò la cosiddetta Piramide di Aaker che comprende 4 livelli di conoscenza del brand: 

  • Inconsapevolezza del Brand non si ha nessuna conoscenza della marca;
  • Brand recognition in questa fase iniziamo a riconoscere la marca, ma solo attraverso domande che la richiamano alla nostra memoria; 
  • Brand recall in questa fase associamo la marca ad una categoria di beni o servizi senza stimoli esterni;
  • Top of Mind siamo all’apice della piramide, in questo caso conoscenza e consapevolezza si fondono a tal punto da influenzare il comportamento d’acquisto del consumatore. 

Prima di partire con qualsiasi attività deve essere chiaro in quale livello di questa piramide ci troviamo, altrimenti qualsiasi azione per ottenere nuovi contatti, o nuova clientela risulterà vana. 

Ci troviamo in un’epoca in cui non basta più essere un bravo professionista. Non è più possibile aspettare che i clienti piovano dal cielo. Il passaparola non è più sufficiente, come non è più sufficiente la sola interazione digitale. È necessario combinare sia l’interazione on-line che off-line. Quello che i clienti ricercano è “la perfetta applicazione delle tecnologie che permetta loro di sviluppare appieno il proprio potenziale e al con- tempo di diventare empatici” come descritto nel libro Marketing 4.0 di Philip Kotler. Esatto proprio marketing, perché è una parola che non deve spaventare. 

Conoscere i touch point nella mappa del viaggio del cliente, la Customer Journey  

Se aspettiamo che il lavoro ci arrivi per caso oppure da un architetto o da un geometra o da altri tecnici rischiamo di non avere difronte un cliente che sia pronto ad accogliere il nostro lavoro nella maniera corretta. Inoltre se non capiamo affondo come il cliente è stato informato da un altro professionista rischiamo di imbatterci in un lavoro che dovremo svendere per ottenerlo e che porterà numerosi grattacapi. Ad esempio se il professionista che ci procura il lavoro non ha la professionalità o l’etica di spiegare al cliente il perché sono necessarie determinate lavorazioni, sicuramente il cliente sottovaluterà il nostro operato o non capirà il perché di determinate scelte. I clienti di oggi sempre più connessi e in viaggio e con meno tempo a disposizione, hanno anche meno tempo per conoscere e valutare un professionista. Ogni dettaglio e lavorazione che entrano in gioco dovranno avere un livello di descrizione tale da far apprezzare al cliente l’importanza della lavorazione proposta. Purtroppo invece molto spesso questo non accade e il professionista, si trova ad avere difronte un cliente che non comprende le lavorazioni, che le sottovaluta e che pensa che il professionista gli serva solo per il “calcoletto” o la “firmetta”.

Dobbiamo tenere a mente che il cliente che abbiamo difronte può essere di tre tipi:
• Un cliente informato, che ha avuto informazioni dettagliate date da un altro professionista che non riesce a fare il lavoro o che non è di sua competenza.
• Un cliente disinformato, che non è consapevole né del lavoro di cui ha bisogno né del professionista che dovrà scegliere.
• Un cliente informato da una pluralità di canali on line e off line. 

Nel primo caso e nel terzo non ci sono particolari problemi perché ci troviamo difronte ad un “utente caldo” ovvero un utente che ha ricevuto informazioni attraverso una fonte di cui si fidava o che gli ha trasmesso risposte ai suoi interrogativi. 

In tempi in cui il ritmo della vita accelera e la capacità di attenzione diminuisce, il cliente fatica a concentrarsi e spesso chiedono consiglio alle fonti di cui si fidano davvero. Di conseguenza è fondamentale per un professionista, come per un’azienda, instaurare relazioni significative con i clienti in corrispondenza di alcuni punti di contatto fondamentali detti “touchpoint”. A tal fine si dovrà tracciare una mappa del viaggio del cliente, la customer journey. Il modello AIDA è uno dei modelli teorici più utilizzati per descrivere il viaggio del cliente ed è composto da 4 fasi: attenzione, interesse, desiderio e azione. Oggi questo modello è stato rivisto perché dovrà tenere conto dei cambiamenti determinati dalla connettività. Quindi il viaggio del cliente sarà riscritto dalle 

Le 5 A: aware (scoperta), appeal (attrattività), ask (ricerca), act (azione) e advocate (passaparola). 

Generalmente le fasi delle 5 A potrebbero seguire un andamento non lineare, ad esempio nel caso di categorie di prodotto o servizi caratterizzate dalla poca numerosità e dall’alta popolarità non necessariamente i sostenitori sono anche gli acquirenti in prima persona. Ad esempio i progetti di Calatrava sono raccomandati da chi non ne usufruisce. Questo significa che i clienti saltano la fase act e passano direttamente ad advocate. 

Questo modello delle 5 A è applicabile a tutti i settori, ma è fondamentale scoprire quale sia il percorso più seguito dai vostri clienti perché potrebbe essere completamente diverso da settore a settore. 

La domanda che ci si dovrebbe porre è: come può il nostro brand identificare e sfruttare i principali punti di contatto lungo il viaggio del cliente? 

Ad esempio se il vostro brand è poco conosciuto e allo stesso tempo vi state chiedendo come fare per ottenere più clienti, per ottimizzare al meglio la fase di scoperta la cosa migliore da fare è quella di scrivere contenuti che rispondano a delle domande poste dal vostro potenziale cliente, oppure contenuti che offrano delle soluzioni a determinati problemi. 

Articolo tratto dal nr. 1 della rivista Lo Strutturista.

Email marketing: una buona strategia può fare la differenza

L’email marketing è quell’insieme di attività promozionali o comunque informative che consistono nell’invio di email ad un database di contatti. Nella vulgata comune si distingue solitamente tra DEM (acronimo di direct email marketing) e newsletter. Le DEM sarebbero delle mail marcatamente commerciali, con una grafica creata ad hoc e una CTA (call to action ossia l’invito all’azione che può essere “acquista ora”, “scarica gratis” etc.); le newsletter sarebbero delle mail più informative o di approfondimento su un determinato tema.

In realtà nella pratica i due termini possono equivalersi, andando a configurarsi poi, di volta in volta, stili diversi di comunicazione di email marketing: una più commerciale e quindi email marketing propriamente detto (per esempio la promozione di un servizio o di un prodotto), una più tecnica (come la condivisione di articoli o video su un determinato tema), una più emozionale (gli auguri di Natale o la chiusura aziendale) e così via.

Calcolostrutture.com è una società di ingegneria fondata dall’ing. Giuseppe Albano, l’autore italiano con all’attivo il più alto numero di pubblicazioni sul calcolo strutturale, che ci ha contattato perché aveva la necessità di implementare una strategia di comunicazione a mezzo mail ad un corposo database di contatti creato nel tempo.

La prima cosa che abbiamo fatto è stato profilare i contatti del clienti andando a creare dei segmenti tematici la dove fosse possibile, “pulendo” i contatti sporchi (che non ricevano la mail perché avevano la casella piena o perché email di spam etc.).

Ma il lavoro più corposo per fare una buona attività di email marketing è senza dubbio definire un piano editoriale di comunicazione. Il cliente in questione ha un sito con numerosi articoli e casi studio. Abbiamo dunque creato una serie di format tematici di mail da alternare di volta in volta.

email marketing

Dal format “journal” per raccontare casi studio tecnici e argomenti del momento a quello “special” con focus tematici e approfondimento; da quello più “commercial” per promuovere servizi a quello più “emozionale” raccontando come l’azienda ha risolto alcuni casi più complessi.

Sicuramente particolare attenzione è da dare all’impatto grafico e alla scelta dell’oggetto: non troppo lungo e sicuramente accattivante.

Logo aziendale: come realizzarlo e il caso di Metra Lab

La creazione di un logo aziendale è un’attività complessa che necessità di una accurata analisi di marketing previa. Metra Lab è una società di servizi per l’ingegneria specializzata nel monitoraggio di ponti e infrastrutture con un know how consolidato. La società aveva la necessità di un completo re-branding che riuscisse a far percepire da un lato il grande know how e dall’altro le sue specificità, come il riuscire a trovare soluzioni personalizzate per ogni intervento grazie anche alla detenzione di ben due soluzioni brevettate.

Vecchio logo aziendale Metra Lab
Nuovo logo aziendale Metra Lab

Il logo aziendale passato risultava molto “vecchio” e poco replicabile ma, soprattutto, non comunicava quello che è il “core business” dell’azienda. Il logo aziendale riveste un importanza strategica per ogni realtà dal momento che comunica tutta una serie di informazioni: personalità, carattere ma anche il proprio settore d’intervento e quello che offre. Il logo va a creare nella mente del target destinatario una serie di “ancore” che aiuteranno il brand a consolidarsi.

Per aumentare la forza del naming, il logo tipo (parte testuale del logo aziendale) è stato spezzato in due.  Da Metralab e Metra Lab. Avendo i due nomi divisi il brand acquisisce una maggiore comunicabilità.

Il pittogramma (il “disegno del logo”) deriva dal significato metra cioè misurazione. Le misurazioni fin dall’antichità sono state possibili grazie a delle unità di riferimento. Inizialmente si utilizzavano le parti del corpo come il braccio e il palmo della mano, per poi evolversi in indicazioni più precise utilizzando delle tacche in svarianti strumenti.  

Grazie a queste tacche l’uomo ha da sempre potuto leggere svariate misurazioni: tempo, pressione, altitudine, distanza, temperatura, inclinazione ecc. L’idea delle tacche, oltre a rappresentare il concetto della misurazione, riesce a suggestionare un movimento in avanti, un movimento veloce e reattivo, tipo di una realtà dinamica e all’avanguardia come Metra Lab.

La scelta della font del nuovo logo aziendale di Metra Lab deriva da una precisa tipologia di forme solitamente utilizzate in campo scientifico, tecnologico e di innovazione. Un esempio molto conosciuto è il logo commerciale della Nasa.

I colori sociali scelti sono stati il rosso, ad indicare forza, passione, decisione e competenza e il grigio: stabilità e rigore scientifico.

Il nuovo logo è stato poi declinato in tutta una serie di adattamenti grafici per dotare l’azienda di una immagine coordinata; dal corredo commerciale (bigliettini da visita, carta intestata, timbro, insegne etc.) ai canali social e al nuovo sito-web.

Brand Positioning: entrare nella mente del cliente per combattere la crisi

Siamo in una “tonnara dei prezzi”. Proprio come i tonni nella tonnara che muoiono dissanguati, la maggior parte dei professionisti dell’edilizia fanno fatica a rimanere a galla per competere con i prezzi sempre più bassi del mercato e della concorrenza. Chiaramente in questo modo l’unica destinazione a cui si potrà arrivare è proprio il fallimento o affannarsi per arrivare a fine mese. 

Come combattere la strategia del prezzo più basso 

Non batterai la concorrenza con strategie di marketing e comunicazione, spendendo più soldi in pubblicità o stampando numerose locandine e brochure. La battaglia di marketing, perché di questo stiamo parlando, non avviene on-line, o nel momento in cui si fa una consulenza. La vera battaglia avviene nella mente del nostro potenziale cliente o utente. 

La prima cosa che si deve fare è il “brand positioning” ovvero fare in modo di mettere il tuo Brand, nella testa del potenziale cliente. Chiaramente dovrà essere in una posizione più possibile predominante. 

Pensiamo ad un cliente che ha bisogno di una consulenza perché nota delle fessure in casa e ha bisogno di un tecnico per valutare l’intervento da eseguire. Ipotizziamo che sceglie di richiedere una consulenza sia da un famosissimo studio di ingegneria della sua città, che dal tuo studio appena aperto. Hai fatto un buon lavoro perché sei riuscito a farti notare, a catturare l’attenzione del cliente magari grazie ad un articolo sul tuo sito o tramite i social network, e riuscire anche a farti contattare per una consulenza. Ipotizziamo che il tuo sia uno studio giovane e che i servizi che offri per qualità e prezzo sono migliori del famoso studio di ingegneria che ha alle spalle 30 anni di esperienza e tutti lo conoscono proprio perché sono stati in città “i primi professionisti nell’ambito degli interventi sull’esistente”. 

Esegui il sopralluogo, esponi il tuo operato e proponi un preventivo, con migliori prestazioni oggettive di quello del famoso studio di ingegneria. Cosa farà il cliente? Sceglierà il tuo studio o lo studio famoso per “i primi professionisti nell’ambito degli interventi sull’esistente”? Sicuramente sceglierà il famoso studio. Anche se sei risultato oggettivamente più bravo, con servizi migliori, e nonostante loro si siano presentati con servizi qualitativamente peggiori dei vostri, il cliente sceglierà loro, perché il famoso studio di ingegneria si è posizionato come “i primi professionisti nell’ambito degli interventi sull’esistente”. 

È un po’ come quando si va al supermercato e si devono comprare i biscotti, scegli la Mulino Bianco o una marca sconosciuta? Nel 90% dei casi sceglierai la Mulino Bianco. Perché è la migliore? No, perché è un esempio di brand che si è posizionato nella mente del consumatore. 

Essere i primi in una categoria 

In molti pensano che la questione fondamentale per vincere la concorrenza sia convincere i potenziali clienti che siete voi a offrire il sevizio migliore. Falso, perché avete violato la prima legge del marketing, ovvero quella della leadership. La cosa fondamentale è trovare una categoria in cui essere i primi. La marca leader nel mercato di qualsiasi categoria è quasi sempre la prima nella mente del consumatore. Se vi chiedessi qual è la prima bibita con estratto di noci di cola? È la Coca-Cola ed è anche la marca leader nel mercato. E la seconda e la terza? La seconda sicuramente in molti lo sapranno quale è, la Pepsi Cola, ma la terza nessuno sa quale sia. 

Nella mente del vostro potenziale cliente, voi dovreste diventare i primi per la categoria in cui operate. Questo perché nella mente di un potenziale cliente esistono tante montagne, una per ogni categoria merceologica o di servizi che lo interessa. Ogni montagna è posseduta da un brand. Secondo questo modello per il potenziale cliente esiste un solo brand che “possiede” la categoria che lo interessa. Chiaramente per clienti diversi ci saranno brand diversi che dominano la stessa categoria. 

Quindi fare “brand positioning” significa mettere il tuo brand in cima alla montagna di categoria nella mente del potenziale cliente. Il brand positioning è il modello di base che servirà a guidare tutta la tua comunicazione e tutte le strategie di marketing. 

Ed è fondamentale farlo perché oggi c’è troppa informazione, di conseguenza la capacità di attenzione del cliente o utente al tuo messaggio di marketing è fortemente diminuita. Ci sono troppi prodotti e troppi servizi. 

Basta considerare che nel momento in cui stai leggendo questa riga: 

  • Sono stati aperti tre blog, e sono stati scritti 75 nuovi articoli; 
  • Sono state inviate 8,5 milioni di email;
  • Sono stati pubblicati 30 nuovi video su YouTube – Sono stati scritti 35000 nuovi messaggi di stato su Facebook.

In definitiva, in ogni settore il numero di prodotti tra cui scegliere è molto superiore alla capacità di valutazione del cliente. 

Cosa fare per iniziare con il Brand Positioning 

Sicuramente è un argomento molto ampio che non può essere sviscerato in un solo articolo della rivista, ma di certo vorrei trasmettervi alcuni trucchi che un libero professionista potrà adottare da solo per costruirsi il suo “brand positioning”. I passi di base da seguire saranno i seguenti: 

1. Analizzare il mercato di riferimento, capire quali sono i competitor e valutare i loro punti di forza e di debolezza.

2. Analizzare nel dettaglio il perché i competitor sono forti per quel determinato settore. 

3. Capire quali sono i bisogni primari del cliente, “il minimo sindacale” ovvero qualcosa che il cliente dà per scontato di avere se richiede quel servizio /prodotto.

4. Concentrarsi sulle caratteristiche distintive dei competitor e analizzare se effettivamente sono forti per una di queste caratteristiche. Cercate di capire perché sono famosi o perché li conoscete. 

5. Trovare l’idea che vi differenzia, che vi rende uno specialista o che vi renda il numero uno per una de- terminata categoria o sotto categoria. 

Ai clienti piace il fatto che un professionista si specializzi, perché nella loro mente se il professionista lavora in un ambito più ristretto sicuramente sarà più bravo dei competitor che fanno più cose. Nella battaglia di “brand positioning” vince sempre lo specialista. Nei clienti, infatti, vige sempre il seguente ragionamento: ”Se sono specialisti significa che dedicano più tempo e risorse a questa attività. Quindi la svolgeranno meglio di un altro che deve dividere il suo tempo e le sue risorse su molteplici fronti”. Infatti, per applicare efficacemente questi concetti è importante capire i limiti della mente: è limitata e odia la confusione. Per questo motivo l’idea differenziante “specialista” funziona, per- ché comunica esattamente alla mente e ai suoi limiti. 

L’altra alternativa è rispondere alla domanda: posso essere il brand numero uno? La cosa interessante e anche divertente è che quasi sicuramente nel vostro settore non si sa chi è il numero uno. Il fatto di essere il numero uno è un’idea differenziante eccellente, perché come detto in precedenza è una delle leggi fondamentali del marketing. 

Quindi, vi consiglio di analizzare tutto quello che avete a disposizione sulla vostra attività, i vostri servizi, il vostro brand. Analizzate i dati del fatturato, il numero di clienti, il numero di anni sul mercato in uno specifico settore, se avete scoperto determinate soluzioni a problemi specifici etc.., in questo modo non sarà difficile valutare se esiste qualche parametro in base al quale essere i numero uno. 

Articolo tratto dal nr. 2 della rivista Lo Strutturista.


“La prevenzione parte da te”: campagna per contenere il contagio da COVID-19

Nelle prime settimane di lockdown a causa del Covid-19 abbiamo realizzato la prima campagna di sensibilizzazione con i protagonisti i personaggi della serie a fumetti dell’Ingegner Pino.

La campagna è stata realizzata in collaborazione con alcuni portali tecnici: i nostri calcolostrutturale.com e BIM strutturale ma anche con EdilTecnicoIngegneri.ccArchitetti.comEdilizia urbanisticaIngegneria e dintorni. Alla campagna ha dato il suo prestigioso sostegno anche SAIE.

Obiettivo della campagna è stato quello di contribuire a sensibilizzare la popolazione tutta, ma soprattutto i professionisti tecnici e non sulle raccomandazioni per contenere il contagio da Covid-19

Il titolo scelto dalla campagna è stato “La prevenzione parte da te” dove tutti i personaggi della serie a fumetti de L’Ingegner Pino recepiscono e fanno proprie le indicazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute e della Protezione Civile sulle buone norme da seguire per contenere il contagio da Covid-19.

Ne è scaturito un poster con 9 illustrazioni e altrettanti “meme” che per la pubblicazione sui social network. L’augurio era che queste piccole illustrazioni possano aiutare a sensibilizzare tutti in questo momento così difficile con la speranza che in ogni studio o in ogni azienda si stampi e appenda in bacheca questo poster per aiutarci, perché la prevenzione da contagio Covid-19 parte da ciascuno di noi.

L’Ingegner Pino: ingegneria a fumetti

L’Ingegner Pino è una serie di strisce a fumetti nata nel 2018 dall’incontro dell’ing. Braian Ietto, fondatore della pagina Facebook “Ingegneria e dintorni”, con la redazione di calcolostrutturale.com, portale tecnico dedicato agli stutturisti italiani. Ma cosa c’entra il fumetto con l’ingegneria e perché utilizzare questo linguaggio per riuscire a comunicare ad un mondo apparentemente ostile e poco avvezzo alla comunicazione ?

Il fumetto: un potente strumento di comunicazione

Da quando si parla di fumetto? Esattamente dal 1895, data che ne sancisce la nascita grazie alle pubblicazioni di Yellow Kid, un monello irriverente le cui avventure furono allegate come supplemento alle pagine del New York World, storico quotidiano statunitense chiuso  nel 1931. Si trattava di una delle prime serie di strisce a fumetti della storia e dai più considerata la prima serie a fumetti della storia.

Il fumetto ha più di cento anni, con una storia altalenante fatta di critiche e molti successi clamorosi, fino a includere premi Pulitzer consegnati a volumi favolosi e indimenticabili, sfruttato tuttavia con troppa parsimonia nonostante un linguaggio potentissimo idoneo ad affrontare qualsiasi argomento.

Pino: lo stereotipo che supera se stesso e riesce a raccontare il mondo degli ingegneri di oggi

Poster per il lancio della terza stagione.

Pino è un ingegnere strutturista come tanti, appassionato del suo lavoro; vede ingegneria ovunque, forse anche dove non dovrebbe! Ogni giorno lotta per far bene il suo lavoro e si scontra contro i grandi mostri dell’edilizia moderna: burocrazia, normative ambigue e i clienti. Questi ultimi a volte sanno essere più mostri di tutti. Sicuramente molti ingegneri strutturista di oggi si ritroveranno in tante delle sue disavventure. 

Una puntata della prima stagione dell’Ingegner Pino

Ma L’ingegner Pino non è solo nelle varie puntate! C’è Ennio, il classico geometra di paese, amico di tutti, lo puoi incontrare al bar la mattina, in piazza, in comune… Ad Ennio non interessano i problemi, quelli li evita. Gli piacciono tanto le soluzioni, ecco perché forse è quello più amato dalle persone. L’architetto PierPiero mette invece tanta tanta passione, tanta cultura imparata nei libri e un minuscolo spazio vitale. Spesso quindi, per sopravvivere, fa dei meravigliosi voli pindarici con la mente… e si fa prendere la mano nei progetti.

La prima puntata dove l’ingegner Pino compare insieme all’architetto PierPiero.

L’Ingegner Pino è una serie diventata cult: dai social alla versione cartacea su “Lo Strutturista” 

Disegnato da Will.O, illustratore e fumettista genovese, L’ingegner Pino proverà a raccontare in maniera veloce e senza prendersi troppo sul serio un mondo fatto di piccole e grandi contraddizioni, luoghi comuni, inconvenienze e situazioni divertenti. Ha inizio la sua pubblicazione nel 2018 con la prima stagione proposta sulla pagina Facebook di calcolostrutturale.com e Ingegneria e dintorni per poi aprire nel 2019 un profilo Instagram dedicato a sbarcare sul cartaceo grazie a Lo Strutturista, trimestrale che ospita in ogni numero ben due puntate inedite de L’ingegner Pino.

Lo Strutturista: la prima rivista per i progettisti italiani

Lo Strutturista è un nuovo trimestrale cartaceo distribuito in abbonamento, frutto dell’esperienza del portale calcolostrutturale.com.

Presentata al grande pubblico ad ottobre 2019 nel corso di SAIE Bari, Lo Strutturista intende costruire un dialogo tra gli esperti del settore ed il professionista attraverso tematiche che spaziano dalla ricerca scientifica alle analisi strutturali fino alla comunicazione e l’urbanistica. La varietà dei tecnici che fanno parte della redazione (ingegneri, architetti, urbanisti, geologi, avvocati) consente dei punti di vista trasversali sulla materia offrendo spunti di riflessione a tutta la comunità scientifica.

Direttore della testata è l’ing. Braian Ietto, fondatore della pagina Facebook “Ingegneria e dintorni” che conta più di 200.000 followers con il coordinamento scientifico affidato all’ing. Vincenzo Nunziata e all’ing. Leonardo Bandini.

Focus, casi studio e argomenti di ricerca e innovazione

Il nr. 0, distribuito gratuitamente al SAIE, si è aperto con un focus a cura dell’ing. Vincenzo Nunziata dal titolo “Progettazione per resistenza e duttilità” per poi offrire due interessanti casi studio: uno a cura dell’ ing. Massimo Majowiecki sulle coperture sospese a “ruota di bicicletta” con gli stadi di Roma e Yaoundé e un altro a cura dell’ ing. Federico M. Mazzolani dal titolo “Una ricostruzione “impossibile” nel centro storico di Napoli”.

Hanno arricchito il numero di lancio anche “Le analisi dinamiche non lineari per la valutazione della vulnerabilità sismica di edifici esistenti in muratura” a cura di ing. Linda Giresini e un altro articolo di ricerca a innovazione a cura dell’ing. Carlo Sigmund dal titolo “Proposta di calcolo sull’assetto delle spinte dei terreni, in presenza di falda freatica variabile su muri di sostegno fondati su pali, secondo EN 1997-1 ed NTC 2018”.

Il nr. 1 di Gennaio 2020 ha visto invece il focus dedicato a “Il Ponte Strallato: soluzione strutturale e architettonica moderna, efficiente e durevole” a cura dell’ing. Mario De Miranda; due casi studio su dei capannoni a cura degli ingg. Vincenzo Nunziata e Braian Ietto. La ricerca e innovazione sono state invece curate dall’ ing. Leonardo Bandini con “Metodi avanzati di protezione sismica” e dal dott. Federico Raspini, dal dott. Silvia Bianchini e dal dott. Nicola Casagli con “L’uso dell’interferometria radar satellitare”.

Il nr. 2 di Aprile 2020 ha invece proposto un focus a cura dell’ing. Federico Mazzolani dal titolo “Le cupole geodetiche: una sfida per grandi coperture”. I casi studio “Tecnologie innovative per il miglioramento sismico di un aggregato antico: Casale Sant’Antonio a L’Aquila” a cura dell’ing. Antonello Salvatori e dell’ing. Marianna Leonori e il caso studio di “Porta Nuova Garibaldi Milano, edificio E3 East” a cura di MSC Associati. La ricerca e innovazione sono invece affidati all’ ing. Francesco Marmo con “Archi e volte: forma, equilibrio e resistenza” e all’ ing. Claudio Ciavattini con “Dimensionamento di cerchiature per vani, porte o finestre in murature portanti”.

Le rubriche fisse

Ma Lo Strutturista si è anche una serie di rubriche fisse che variano dalla “Storia delle strutture” a cura dell’ing. Daniele Borgogni ad una rubrica dedicata interamente al legno e cura da| dott. Massimiliano Lenzi. Spazio anche alla satira con “Punti di Svista” a cura del dott. Nicola Casagli e alla serie a fumetti dell’Ingegner Pino che, insieme ai suoi amici, provano a raccontare in maniera veloce e senza prendersi troppo sul serio il mondo dell’ingegneria: un mondo fatto di piccole e grandi contraddizioni, luoghi comuni, inconvenienti e situazioni divertenti.

L’ing. Vincenzo Nunziata cura uno spazio fisso chiamato “Il Diario dello Strutturista” mentre l’associazione Codis offre un appuntamento dedicato alla “Diagnosi e sicurezza dell’esistente”. Spazio anche all’ing. Gianluca Oreto con la rubrica “Lavori Pubblici”, che si rifà all’omonimo portale tecnico e ad una rubrica dedicata ad “Urbanistica e Strutture” a cura dell’ing. Carlo Pagliai.

L’ing. Alessandra Penna prova invece a spiegare il mondo della comunicazione e dei new media agli ingegneri mentre l’ing. Chiara Fiore, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Pisa chiude ogni numero con un contro-editoriale.

Maggiori informazioni su www.lostrutturista.it e su www.calcolostrutturale.com

Ingegneria e comunicazione: come uno strutturista può imparare a comunicare meglio

È noto che il punto forte di un ingegnere non è il saper comunicare. Ingegneria e comunicazione sembrano essere due mondi opposti. In un ingegnere si possono riconoscere doti di analisi, logica, ragionamento, grandi capacità nel saper risolvere e gestire problemi, ampie conoscenze scientifiche e moltissime altre doti che non occorre elencare. Tuttavia, nella nostra società moderna la figura dell’ingegnere non è più vista come un tempo. Non solo a causa dell’abolizione dell’equo compenso ma anche per una trasformazione culturale che ha portato a far sentire le persone un po’ “tuttologhe” e in grado di poter risolvere questioni grazie ad internet o grazie alle conoscenze più strette.

Proviamo a trasformare il punto di vista
È vero non esiste più l’equo compenso, la concorrenza è ai massimi livelli, la disoccupazione è altissima. Per riuscire ad emergere quando ci sono tanti parametri che remano contro non è facile, ma possibile. Con i moderni strumenti di comunicazione ed il web a disposizione, è possibile trasmettere il valore dell’ingegneria italiana e di noi ingegneri che la rappresentiamo. È possibile diffondere cultura e sensibilizzare verso i temi più caldi e critici dell’ingegneria strutturale.
È possibile avvicinare al nostro mondo nuove persone, magari i più curiosi e trovare il modo di raccontare l’ingegneria con passione.

Gli ultimi avvenimenti disastrosi avvenuti nel nostro paese come i terremoti, i crolli di strutture che hanno fatto la storia dell’ingegneria come il ponte Morandi, hanno rimarcato le gravi lacune del nostro paese in termini di manutenzione e prevenzione. Il web e gli strumenti ad esso collegati potrebbero essere un ottimo veicolo per sensibilizzare le istituzioni, i cittadini e i tecnici.

Diffondendo cultura e sensibilizzando si risolve anche il problema della mancanza di lavoro?

Si è possibile grazie agli stessi principi che vengono applicati per diffondere messaggi o diffondere cultura.
Facciamo un esempio. Un cliente ha bisogno di un professionista a cui affidare la ristrutturazione della propria casa. Sicuramente seguirà due strade per trovarlo:

1. chiederà ad amici e conoscenti; 

2. cercherà su internet “ristrutturazione casa ingegnere” o combinazioni simili. 

Nel secondo caso, se il professionista o lo studio ha un sito web con la pagina o un articolo relativo a “ristrutturazione casa” comparirà nella SERP (Search Engine Results Page) dei motori di ricerca e avrà ottenuto un nuovo potenziale cliente. Nel primo caso invece il cliente trova il professionista tramite un amico o un familiare ma potrebbe non fidarsi oppure vorrebbe saperne di più sui suoi lavori, sul suo studio etc. Sicuramente tornerà su internet e cercherà il nome dello studio o il nome del professionista. In questo caso avere un sito web aumenta la credibilità e mostra il lavoro svolto. I clienti anche se hanno sentito parlare della vostra società/studio potrebbero ricercare sul web maggiori informazioni prima di decidere di affidarvi un incarico. Soprattutto se conoscono poco o niente di voi. È lo stesso principio che vale quando scegliamo un ristorante, quanti di noi prima di sceglierne uno verificano le recensioni su Trip Advisor o cercano informazioni sul web? 

Una ricerca di Google afferma che un utente spende più di 5,5 ore al giorno online a cercare.

Fonte: Think with Google 

La conseguenza è un aumento della domanda per il proprio business. Internet è diventato la fonte primaria di informazioni che ha rivoluzionato il modo in cui le imprese operano e comunicano con i clienti, ne consegue che la presenza sul web è fondamentale. 

Ingegneria e comunicazione: veicolare il messaggio giusto alle persone giuste 

Fin qui tutti concetti abbastanza noti. Ma come è possibile fare in modo di veicolare un messaggio al maggior numero di persone possibili? E quali strumenti ho a disposizione per farlo? 

Sicuramente se ne possono contare almeno 3. 

1. Si parte dalle cose più semplici, il primo è il passa- parola. Il metodo più antico del mondo che funziona benissimo soprattutto nei casi in cui ciò che fai con il tuo lavoro ha una qualità alta e quando si è in grado di “vendersi” molto bene con gli altri. 

2. Il secondo è il networking ovvero il “fare rete”, la capacità di creare una rete di relazioni professionali che si mantengono nel tempo attraverso la fiducia reciproca. Come fare per fare networking ? Il primo passo è sicuramente non chiudersi nel proprio mondo. Facendo riferimento all’ambito dei temi dell’ingegneria strutturale sarebbe meglio evitare di chiudersi nell’astio o nella supponenza con gli altri colleghi. 

Ad esempio invece di commentare i post sui social con uno spirito negativo e non costruttivo che nel- la maggior parte dei casi porta anche ad esprimere concetti errati, sarebbe meglio essere collaborativi, chiedere chiarimenti, congratularsi per un lavoro. La cosa che occorre pensare è che al di fuori del proprio studio/società/ufficio ci sono altri professionisti che hanno i tuoi stessi interessi e che ogni giorno affrontano i tuoi stessi problemi. Come fare per trovarli? Si può cercare su Google, su Linkedin poi si può prova- re ad aggiungerli alla propria rete di contatti, inviargli un messaggio se si ritiene che sia un collega che ha fatto un ottimo lavoro, si può provare a scambiare conoscenze o consigli. Provando a mettere a disposizione le proprie esperienze lavorative e le proprie conoscenze gli altri faranno altrettanto. È un circolo vizioso in cui si da e si riceve. 

3. Il terzo è conoscere i concetti di base sul marketing o digital marketing: sicuramente in pochi potranno permettersi il lusso di affidarsi ad una web agency, o un’agenzia di comunicazione alla quale affidare tutti i progetti di comunicazione e promozione. 

Quindi è importante capire come poter sfruttare i canali più per diffondere il proprio pensiero, le proprie conoscenze e per mostrare l’esperienza e le qualità lavorative. Sicuramente si dovrà iniziare pianificando una strategia di marketing o di comunicazione. Si dovrà elaborare un piano di comunicazione ovvero un documento strategico che ha il principale compito di guidare tutte le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Si fisseranno i mezzi, il budget, e i tempi necessari per veicolare il messaggio all’esterno. Ad esempio due mezzi fondamentali sono il sito web e i profili o le pagine sui social media. Il sito web è facilmente realizzabile grazie alle piattaforme CMS (Content Management System) che in pochi passaggi permettono di realizzare un sito web di ottimo livello. Generalmente gli ingegneri han- no tutti le basi o ottime capacità di programmazione, potrebbero realizzare un sito completamente da zero attraverso l’uso dei codici php, javascript, html e css ma il tempo di realizzazione sarebbe infinita- mente maggiore. I CMS come wordpress permettono in pochi passaggi e con l’ausilio di temi e plugin di realizzare un sito con tutte le componenti grafiche, gli elementi e le necessità di cui abbiamo bisogno. Fondamentale per interagire con i vari stakeholders è avere una pagina social (o anche un profilo se si tratta di Linkedin). Aprire una pagina Facebook professionale significherà parlare delle attività svolte attraverso i post e aggiornarla costantemente con contenuti di qualità. È necessario farlo seriamente se si vuole ottenere un risultato, sarà importante realizzare un piano editoriale, conoscere le basi dell’algoritmo di Facebook, altrimenti i post non otterranno mai i giusti risultati. Un altro social molto potente per un professionista è Linkedin. Attraverso quest’ultimo non è necessario aprire una pagina, perché con un profilo ben curato si potrà arrivare allo stesso risulta- to (se non addirittura maggiore). 

La comunicazione non è mai stato il punto di forza di un ingegnere ma la direzione da perseguire per promuovere la propria attività è quella del web, non bisogna aver paura di interagire, di esporsi o essere giudicati. Chi capirà l’importanza di essere presente sul web, di raccontare le attività svolte avrà sicuramente una marcia in più rispetto a chi non lo fa. Il futuro sarà per chi recepisce questo messaggio, aprirsi al web 2.0, comprendere che anche se il collega è meno preparato ma è presente sui social o sul web avrà sicuramente più successo perché potrà comunicare con molte più persone contemporanea- mente, conoscenti, colleghi, competitors, studi, imprese, recruiters etc. 

Articolo tratto dal nr. 0 della rivista Lo Strutturista.